Venti geostrofici ed effetto dell'attrito sui venti
al suolo Una panoramica sintetica per fare bella figura con gli amici
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Il vento è il
risultato di una differenza nella distribuzione
orizzontale della pressione atmosferica: l'aria infatti
fluisce da zone di alta pressione verso zone con
pressione più bassa. Poichè il vento tende ad annullare le differenze di pressione e queste sono dovute al riscaldamento disomogeneo della superficie terrestre, il vero motore del vento è la radiazione solare. Se la Terra non ruotasse e se non vi fosse l'attrito dell'aria con la superficie terrestre, il vento fluirebbe secondo il tragitto più breve dalle zone di alta pressione verso le zone a bassa pressione. In realtà l'andamento del vento è il risultato dell'influenza combinata di diversi fattori, e precisamente: 1 la forza del gradiente barico orizzontale 2 l'effetto di Coriolis 3 l'attrito Lo spazio che separa un'isobara dall'altra è un indice di come cambia la pressione su una certa distanza e definisce in pratica il gradiente barico orizzontale. Tanto più sono distanziate saranno le isobare, tanto maggiore sarà lo spazio da percorrere per riscontrare una variazione di pressione. La direzione e il verso vanno sempre da un'area di alta ad una di bassa tagliando perpendicolarmente le isobare. Tuttavia, i venti NON attraversano le isobare perpendicolarmente secondo la direzione del gradiente barico. La deviazione verso destra che essi subiscono rispetto a tale direzione è una conseguenza dell'effetto di Coriolis. Nella libera atmosfera infatti i venti soffiano paralleli alle isobare controbilanciando l'effetto del gradiente barico. Tali venti si definiscono GEOSTROFICI. La manifestazione più cospicua dello scorrimento d'aria ad alta quota sono le fortissime correnti a getto. Al suolo invece i venti, che sono più lenti a causa dell'attrito con la superficie terrestre, tagliano le isobare formando un angolo che può arrivare sino a 45°. tratto da Meteolive.it |
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